Terra

Albums:   Distacco
Artists:   Giancarlo Frigieri

Lyrics: Terra

La frontiera stava immobile e guardava la ferrovia
Ed i suoi sogni di passaggio a maggio fuggirono via
In uno sbuffo di vapore, la memoria ha le sue vie d'accesso
L'uomo scolpì la sua immagine nel mito del progresso
Ma il bisogno di assoluto era in agguato, alle volte basta un cenno, un segno
E una madre diede il figlio ad un'ostetrica, fu lei a fargli il primo bagno

Alla fine della strada, di un percorso quasi obbligatorio
Ci stupimmo tutti un poco ma nessuno ci prese sul serio
Poi la voglia di capire e di apprendere nel giusto
Si manifestò compatta e tutti crescemmo uniti, ognuno al suo posto
Perché il senso della perdita non fosse straziante la donna si vestì da sposa
E guardammo nostra madre dritta in faccia il giorno in cui cambiammo casa

Poi teste lasciate in ostaggio a un pensiero banale
E rami di laghi di Como in offerta speciale
Tra principi tornati rospi e muti che dicono ai sordi
Che questa terra è madre e i figli sono ingordi

Un terreno sempre fertile per gli idioti in cerca di magia
Si rimpianse tifo, peste, vaiolo e dì ogni altra malattia
Un passato idealizzato a dovere consacrò l'ostia della rinuncia
E a chi non aveva niente da dare poi chiese un figlio come mancia
Così chi volle bere dal bicchiere si trovò la testa dentro al secchio
Di questa terra che, se è madre, beh... fa un mestiere vecchio






Poi ci fu chi vide la razza umana colpevole di ogni male
Fu trovato con le gambe mozzate dentro alla trappola del naturale
L'apocalisse promise scintille e divise tutto in bianco e nero
Ma era soltanto un'altra storia distorta, un'illusione a chilometri zero
E chi sorrise allo specchio mentendo per noia oppure per vanità
Andava a trovare sua madre soltanto per necessità

La logica ci portò al fiume per vedere i mostri
Cadaveri in fila e ad un tratto passarono i nostri
Noi maschi di mantide pronti devoti verso chi ci spolpa
E maledette madri i cui figli non hanno mai colpa

Non fu un certo timido distacco, troppo facile la soluzione
L'orgasmo del sarcasmo, l'antipasto per l'imitazione
Salendo su scale di ovatta un giorno trovammo normali
Telefoni sul tavolo a cena e cancelli che si chiudono da soli
Dietro a un dito tutti i nostri sbagli, nascosti a far finta di niente
Puoi chiamarla madre, tanto le sei indifferente

E un nuovo pericolo al giorno, sempre più importante
Poi occhio per occhio finché non si vide più niente
L'ultimo saluto dal vetro, fu amore di chi ama per vizio
Nel giorno in cui lasciammo nostra madre a morire all'ospizio
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